domenica 22 dicembre 2019

#32 LE AZIONI DELLA COSA / CON LA COSA


Percuotere : con un colpo la membrana del tamburello
Battere : con una bacchetta sulla membrana
Scuotere : il tamburello per far suonare i sonagli
Sfrizionare : le dita sulla membrana
Curare
: (metaforicamente) la pazzia delle persone affette dal tarantismo
Rallegrare : le feste con la melodia del tamburello
Suonare : il tamburello

sabato 14 dicembre 2019

#31 L'ABC DELLA COSA



A come Acciaio = materiale con il quale sono costruiti i sonagli


B come Botteghe = negozi nei quali tutt'oggi vengono prodotti artigianalmente i tamburelli



C come Corona = parte del tamburello con la quale si afferra


D come De Martino Ernesto = antropologo che studiò il tarantismo


E come Egiziani = primo popolo che conobbe il tamburello


F come Faggio = tipologia di legno con cui è costruita la corona


G come Gluck = direttore d'orchestra che per primo introdusse il tamburello in un'opera


I come Italia = area geografica in cui si diffuse il tamburello


L come Legno = materiale di cui è fatta la corona


M come Mezzaluna = tipologia di tamburello


N come Notte della taranta = festival musicale dedicato al tamburello e alla pizzica


O come Ovale = una delle due forme del tamburello (l'altra è la forma rotonda)


P come Pizzica = danza popolare


Q come Quadri = sono numerosi quelli che hanno come protagonista il tamburello


R come Ragno = animale simbolo del tarantismo e della pizzica


S come Sonagli = parte del tamburello che aggiunge un suono argentino, metallico


T come Tarantismo = sindrome culturale di tipo isterico diffusasi nel sud Italia


U come Ukulele = strumento che accompagna il tamburello in numerosi brani


V come Van Gogh museum = museo nel quale ci sono numerosi dipinti sul tamburello



Z come Zoè = gruppo musicale che ha come strumento principale il tamburello

giovedì 12 dicembre 2019

#30 LA SCIENZA E LA TECNICA DELLA COSA


Il tamburello è uno strumento musicale facente parte della famiglia dei membranofoni: il loro suono è prodotto dalla vibrazione di una membrana tesa. E' la tipologia di tamburo più semplice da suonare ed infatti è a percussione diretta: la membrana viene fatta vibrare attraverso un gesto diretto dall'esecutore come un colpo di mano o una sfrizionata di dita; il suonatore per eseguire una perfetta esecuzione deve tracciare idealmente un 8 con il movimento del polso e della mano. La membrana utilizzata è di pelle di capra perchè è un materiale morbido e facile da trattare. L'accortezza più importante che il produttore deve avere sta nel saper prevedere il restringimento della membrana (inizialmente bagnata) quando viene fatta asciugare, dopo essere stata tesa sulla corona del tamburello.

#29 I NUMERI DELLA COSA


3 : il numero dei componenti del tamburello.

4 : il numero delle principali tipologie di tamburello.

8 : il numero che si deve compiere con il movimento della mano per una giusta esecuzione.

40cm : la lunghezza del diametro del tamburello classico.

2000 a.C. : la data a cui risalgono le prime testimonianze delle civiltà antiche.

#28 IL PROTAGONISTA DELLA COSA


Pino Zimba (Giuseppe Mighali)


Nato nel 1952 ad Aradeo, comune della provincia di Lecce, fin da piccolo entrò in contatto con la pizzica e la taranta grazie a suo padre, un noto tamburellista. Fu uno tra i più apprezzati e popolari esponenti della cultura salentina della pizzica. Partecipò a numerose edizioni della "notte della taranta" a Melpignano. Fece parte del gruppo "Officina Zoè", gruppo salentino di fama internazionale, ed inoltre fu protagonista del film "Sangue Vivo" in cui vengono raccontati numerosi episodi della sua vera vita. 

sabato 7 dicembre 2019

#27 IL MUSEO DELLA COSA


Al giorno d'oggi un museo sul tamburello potrebbe contenere: dipinti dei più grandi artisti raffiguranti suonatori di tamburelli, sculture di civiltà antiche nelle quali era già diffuso uno strumento simile al tamburello, jukebox riproducenti brani in cui il tamburello è il protagonista e veri e propri tamburelli di vario tipo, dalla "tamorra" fino al "tamburello di mare".
Potrebbe esserci una prima sala di accoglienza in cui vengono venduti i biglietti, arredata da tamburelli di tutti i tipi; una seconda ed una terza sala in cui sono esposti i dipinti e le sculture con musica di sottofondo; un'ultima stanza in cui ci siano varie postazioni dove artigiani esperti costruiscono i tamburelli davanti agli occhi degli spettatori. Infine potrebbe anche esserci una stanza in cui si vendano tamburelli e oggetti (ricordini) che lo rappresentino.

giovedì 5 dicembre 2019

#26 LA COSA SUI FRANCOBOLLI


Emesso il 2 marzo 1933.
Emesso nella settima fiera campionaria di Tripoli.

Emesso nel 1989.
Emesso a Lussemburgo.

#25 LA COSA A CASA


Il tamburello popola tutte le case di quei paesi che nel passato sono stati contagiati dalla pizzica e dal tarantismo, paesi soprattutto dell'Italia meridionale. Infatti nelle case del mio paese, e di quelli limitrofi, i tamburelli non fungono solo da strumenti musicali ma sono diventati anche dei veri e propri souvenir che abbelliscono l'arredamento delle case. Inoltre, come già detto in un altro post, nel passato i tamburelli venivano costruiti a partire dai setacci per il grano, fondamentali nelle case delle famiglie che producevano il grano ed il frumento in generale.

lunedì 2 dicembre 2019

#24 LA COSA NEL CINEMA


Un film sicuramente emblematico del tamburello è Sangue Vivo, molto conosciuto e premiato. Il film parla della storia di due fratelli salentini, Pino il maggiore, che vive facendo il fruttivendolo ambulante, il piccolo contrabbandiere di sigarette e suonando la pizzica con il suo gruppo musicale, mentre Donato il minore, svolge piccoli lavoretti e cerca di sfuggire alla sua tossicodipendenza. Pino è anche nella vita reale un musicista facente parte del gruppo "Officina Zoè", ed infatti nel film vengono riportare le vicende della sua vera vita.
Sangue Vivo è sicuramente un film drammatico e che rispecchia una delle realtà che è stata presente nel Salento e che è tutt'ora presente, ma su questo sfondo si innalzano alcuni valori importanti per quella gente come la pizzica il cui ritmo è segnato dal tamburello.

Titolo del film: SANGUE VIVO
Nome del regista: Edoardo Winspeare
Anno di produzione: 2000


Comparsa tamburello nel film : https://www.youtube.com/watch?v=TUiKcT4_YXQ

#23 LA COSA NELLA LETTERATURA


TESTO POESIA

Amor di tamburello, che suona al verde
del mio ruscello
È un'ala d'armonia che sfiora l'acqua
con allegria
Su un rivolo va via, lungo un lieve mormorio
Mentre il canneto
Per lui danza in un dolce dondolio.

Al suo «tum! tum!» ogni ciottolo con lui
Rotola giù e noi
Al guado cantiamo in coro, perché
Amor di tamburello è
Amor di tamburello è.

Tînh báng có cái trông cóm
Khen ai khéo vó ô mây bông ma nên bông.
Môt dàn tang tình con nít
Môt dàn tang tình con nít ô mây lôi lôi
Lôi lôi sông ô mây di tìm
Em mên thu'o'ng ai?
Dôi con mât ô mây lim dim.
Môt dân tang tình con nhén
Ô ô ô mây giâng tó
Giâng tó thây thê vôi vàng
Dan lúói cho nhanh
Dé cûng di tìm
Dé cûng di tìm.

Amor di tamburello, che sveglia l'eco
di un campanello
Al dolce tintinnar le bianche stelle,
accese lassù
Cominciano a tremar e qualcuna cade giù
E il tamburello
Le raccoglie in un cerchio di magia.

E al suo «tum! tum!» dà più luce e fantasia
Poi va a dormir e noi
Al cielo cantiamo in coro, perché
Amor di tamburello è
Amor di tamburello è
Amor di tamburello è.

#22 LA COSA NEI FUMETTI


Mr. Tambourine man

The archies

domenica 17 novembre 2019

#21 LA COSA NELLA MUSICA


Il tamburello, come già descritto in un post precedente, rappresenta la cultura delle danze popolari salentine, ma anche siciliane, campane e di tutte le zone mediterranee che sono state contaminate dalla tarantella e dalla pizzica.
Uno dei più famosi gruppi musicali salentino è "Officina Zoè", gruppo che si esibisce in tutto il mondo esportando le tradizioni delle tarantelle e della pizzica; di seguito è riportato il link del brano "Don pizzica".


TESTO

Benvenuta bella signora
L'occhi toi su stelle lucenti
Li mani toi su chine de grazie grandi
Vannu donandu le cose d'amore
Vannu donandu le cose d'amore
N'tra stu munnu tristu e spasulatu
N'c'è quarche cosa ca inchie lu core
Li verdi prati, lu cielu pintu, lu mare
È quistu ca me face nnamurare
Nnamurare mo mo nnamurare
È quistu ca me face nnamurare
Ma ci dicimu sempre le stesse cose
'ntra centumila modi le cantamu
Ma poi ne sciamu ccasa e sotu sotu
'ntra nu solu mumentu ne scurdamu
'ntra nu solu mumentu ne scurdamu
'Ntra stu munnu tristu e spasulatu
N'cè quarche cosa ca inchie lu core
Li verdi prati, lu cielu pintu, lu mare
È quistu ca me face nnamurare
Nnamurare mo mo nnamurare
È quistu ca me face nnamurare
Benvenuta bella signora
L'occhi toi su stelle lucenti
Li mani toi su chine de grazie grandi
Vannu donandu le cose d'amore
Vannu donandu le cose d'amore

#20 I BREVETTI DELLA COSA


[Strumento musicale] Il tamburello (musicale) è uno strumento tipico delle danze popolari; testimonianze ci dicono che era noto già alle civiltà risalenti al secondo millennio a.C., tra le quali Egizi, Sumeri e Ittiti.
[Attrezzo sportivo] Anche il tamburello (sportivo) ha origini antiche, infatti già nel 1555 venne descritto da Antonio Scaino in un suo trattato riguardante molte discipline sportive dell'epoca. Col tempo questo sport raccolse attorno a se numerosi seguaci e nel 2013 venne disputato il 1° campionato del mondo in Italia.

Un brevetto decisamente importante fu quello di Emilio Vettorello nel 1978 che diede al tamburello una nuova fisionomia; il nuovo tamburello era completamente sintetico: manteneva stabilità e indeformabilità in qualsiasi condizione atmosferica ed era meno costoso di quello originale. Da quell'anno il nuovo tamburello divenne il più venduto ed il più utilizzato.
Si può notare la membrana che non è in pelle di campra come nei tamburelli tradizionali ma è fatti di un materiale sintetico e trasparente.

Oggetto: Tamburello sintetico
Inventore: Emilio Vettorello
Anno di pubblicazione: 1978

Numero istituzionale: IT1092631B

giovedì 14 novembre 2019

#19 LA COSA NELL'ARTE


Dipinto
Titolo: Donna con tamburello
Autore: Michele Cammarano
Anno di realizzazione: 1870
Luogo di conservazione: Museo di Capodimonte

Scultura
Titolo: Putto con tamburello
Autore: Donatello
Anno di realizzazione: 1429
Luogo di conservazione: Bode-museum

#18 LA COSA IN CUCINA


Anticamente il tamburello veniva costruito a partire dai setacci di grano che servivano a filtrare i granuli di grano con dimensioni maggiori di quelle normali. Questi strumenti sono formati da una corona in legno e da una fine retina. Setacciare permette all'ossigeno di penetrare agevolmente tra le particelle di grano, garantendo un maggiore assorbimento di acqua ed un migliore processo di lievitazione.


Un artigiano fissa una membrana sulla corona di un setaccio trasformandolo in un tamburello vero e proprio.
(2000)


Una bambina setaccia il grano.
(1900)


#17 LA NUVOLA DEI NOMI


Una nuvola dei nomi che proiettano il tamburello in vari campi conoscitivi potrebbe essere la seguente:


NOMI: Tamburello, Tamburo tabasco, Cembalo, Pizzica, Tarantella, Sonagli, Corona, Membrana, Strumento musicale, Arte, Musica, Storia, Cosa, Oggetto

domenica 10 novembre 2019

#16 UNA PRIMA MAPPA CONCETTUALE


Di seguito è riportata una breve mappa concettuale del tamburello, i cui nodi rappresentano delle categorie concettuali e disciplinari dello stesso:

#15 L'EVOLUZIONE FUTURA DELLA COSA


A mio parere il tamburello rappresenta la base di vari generi musicali dai repertori delle danze popolari a quelli delle canzoni d'autore; è utilizzato essenzialmente per fungere da linea guida nel tempo di un brano musicale, ma anche per conferire alla melodia diversi effetti.

[In ambito musicale] Probabilmente nel futuro ci saranno varianti del tamburello che conferiranno diversi effetti a seconda del loro tipo. Potrebbero addirittura ideare un tamburello elettrico come è avvenuto per la chitarra e per il pianoforte (chitarra elettrica e tastiera) ,con il quale si possano riprodurre diversi suoni preimpostati o scelti dall'esecutore.

[In ambito sportivo] A mio parere si potrebbero creare diversi tipi di tamburello per variare le tipologie di partite disputate. Ad esempio per rendere più complicato e intrigante il gioco si potrebbero costruire diverse forme oltre a quella rotonda ed ovale restringendo l'area della membrana.

domenica 3 novembre 2019

#14 LA COSA COME SIMBOLO


Anticamente i tamburelli venivano costruiti utilizzando dei setacci per il frumento, sui quali venivano incollate delle pelli di animali; questi venivo usati in dei veri e propri rituali che si ritenevano utili per curare le persone con la "sindrome del tarantismo": le persone morse dalle tarante rimanevano malate fino a quando non veniva chiamata un'orchestra di tamburellisti che iniziavano a suonare tarantelle di diverso genere fino a quando non trovavano quella giusta, cioè quella legata al tipo di taranta che aveva agito. A quel punto iniziava il rito vero e proprio: la persona morsa fino a quel momento si trovava solitamente a letto in preda a malesseri fisici e psichici, in una stanza preparata in modo adeguato con  fazzoletti colorati, bacinelle di acqua e
con immagini di san Paolo protettore dei morsi degli animali velenosi. Appena i musicisti trovavano la tarantella giusta, il malato iniziava a muoversi, prima assumendo la posizione della taranta (per immedesimarsi nello spirito maligno che si era impossessato di lui e domarlo) e poi lanciandosi in danze che mimavano lo scacciare dal corpo l'insetto e poi lo schiacciarlo (i passi tipici della pizzica e della taranta). I cicli di musica e balli potevano durare ore e giorni. Quando si concludevano bene la persona morsa aveva espulso dal suo corpo la taranta e non soffriva più né di dolori fisici né di stati mentali alterati.

Al giorno d'oggi il tamburello è diventato il vero e proprio simbolo del tarantismo, una cultura legata a superstizioni e credenze, tramandata di generazione in generazione e diffusasi a macchia d'olio nelle regioni del sud Italia ed in tutte le regioni del mediterraneo.

#13 L'ANATOMIA DELLA COSA


Il tamburello è formato:
  • 1 da una corona (parte in cui viene afferrato lo strumento);
  • 2 da una membrana tesa sulla corona ed agganciata su di essa mediante bottoni o chiodi (parte sulla quale vengono battute e sfrizionate le dita);
  • 3 da dei sonagli applicati in delle fessure della corona che arricchiscono il suono con il loro tintinnare.

venerdì 25 ottobre 2019

#12 I MATERIALI DELLA COSA


Di seguito sono descritti i materiali di cui sono fatti i vari pezzi del tamburello:
  • La corona è costruita con il legno di faggio. Questo legno ha un colore che va dal biondo al rossastro; ha una buona resistenza sia alla trazione sia alla compressione, alla flessione e anche alla torsione; ha una buona tenacità, una buona durezza ed è facilmente lavorabile.

  • La membrana con la pelle di capra o capretto.
  • I sonagli sono in bronzo o in alluminio a seconda del suono che si vuole creare con il loro tintinnare. Il bronzo è una lega rame-stagno spesso legata ad un metallo come l'alluminio, il nichel o il berillio; presenta notevole resistenza a corrosione ed una buona elasticità.

Viene suonato dando un colpo col pollice ed uno con le altre dita sfrizionandole sulla membrana e scuotendo lo strumento con l'altra mano che lo impugna.


#11 LA TASSONOMIA DELLA COSA


Di seguito una classificazione dei principali tipi di tamburello esistenti :



A seconda della grandezza e della forma della corona, della tensione della membrana, e della grandezza dei sonagli esistono diverse varianti come: [nell'ambito musicale] il tamburello a mano (sprovvisto di sonagli), il tamburello con battente (provvisto di sonagli e di una bacchetta), la tammorra (con una corona ed una membrana più grandi del normale), il tamburello di mare (provvisto di due membrane che isolano lo spazio interno alla corona e in cui sono posti dei pallini che conferiscono un ulteriore suono a seconda del materiale con cui sono fatti); [nell'ambito sportivo] il tamburello ovale usato per la battuta e il tamburello rotondo usato nelle fasi intermedie della partita.

#10 I PROVERBI DELLA COSA

" Quando l'Italia suona la chitarra, la Spagna le nacchere, la Francia il liuto, l'Irlanda l'arpa, la Germania la tromba, l'Inghilterra il violino, l'Olanda il tamburo, nulla è uguale ad esse. "

" Torinesi e Monferrini, pane, vino e tamburini. "

" E se lu tamburellu meu vinne de Lecce. Na mo jata ci lu sona e ci lu sente. "
[ E se il mio tamburello viene da Lecce. Beato colui che lo suona e colui che lo sente. ]


" Lu tamburreddhu meu nu viziu tene, tutte le caruseddeh face ballare. "
[ Il mio tamburello ha un vizio, fa ballare tutte le fanciulle. ]

#9 I NOMI DELLA COSA


DAL DIZIONARIO TRECCANI
" TAMBURELLO : s. m. [diminutivo di tamburo]. – 1. Strumento a percussione, detto anche tamburo basco, formato da una membrana tesa sopra un cerchio di legno (di 25-30 cm di diametro), nel quale sono inseriti dei campanelli o dei piccoli dischi di bronzo risonanti (sonagli): si usa tenendolo con la mano sinistra e percuotendo la membrana con il dorso, il palmo o le dita della destra; talvolta viene agitato rapidamente in modo da far tintinnare i dischi o i campanelli. Il tamburello, popolare in Spagna e nell’Italia meridionale, dove serve a ritmare le danze, è stato introdotto, a partire dall’Ottocento, in orchestra da vari compositori (Berlioz, Rimskij Korsakov, Ravel, De Falla, ecc.) per ottenere effetti di colore particolare, ed è così entrato a far parte della famiglia delle percussioni. "

TAMBURELLO NEI VARI DIALETTI ITALIANI
- Salentino = Tamburieddhru
- Siciliano = Tammureddu

TAMBURELLO IN ALTRE LINGUE
- Inglese = Tambourine
- Tedesco = Tambourin
- Francese = Tambourin
- Spagnolo = Pandereta
- Cinese = 手鼓
- Greco = ντέφι

#8 LA COSA

IL TAMBURELLO


Ho scelto il tamburello perchè è un oggetto che rappresenta una delle tradizioni a mio parere più belle e vissute dagli abitanti di Leuca e di tutti i paesi limitrofi del salento. Il tamburello è uno strumento musicale diffuso, oltre che nella penisola salentina, anche nelle altre regioni del sud italia e in tutto il mediterraneo; è emblema della cultura delle tarantelle e della pizzica.
Nel passato veniva utilizzato in una vera e propria terapia coreutico-musicale nel fenomeno del tarantismo: chi veniva morso o credeva di essere stato morso da una tarantola tendeva ad avere stati psichici alterati ed un esagerato dinamismo e si ricorreva a queste terapie che si ritenevano provocassero l'espulsione del veleno attraverso sudori ed umori (particolarmente efficaci durante la festività dei santi Pietro e Paolo).
Al giorno d'oggi viene utilizzato nelle feste paesane o in veri e propi festival diventati famosi in tutto il mondo come ad esempio "La notte della taranta".

#7 UN FILM

IN GRAZIA DI DIO


CARATTERISTICHE
Genere : drammatico
Durata : 127 minuti
Anno di pubblicazione : 2014
Luogo di sceneggiatura : Castrignagno del Capo, Giuliano di Lecce, Santa Maria di Leuca
Regia : Edoardo Winspeare

TRAMA

Il film parla di una famiglia di sarti che è costretta a chiudere la propria fabbrica a causa di una crisi economica. L'unico fratello cambia paese assieme alla sua famiglia, una delle due sorelle insegue il suo sogno di fare l'attrice mentre l'altra sorella, che si occupava della fabbrica, per far fronte ai debiti ed alla bancarotta comincia a lavorare le proprie terre.

RICONOSCIMENTI

Nomination per Nastro d'argento - 2014
Nomination per Globo d'oro - 2014
Nomination per Ciak d'oro - 2014

CRITICA

Ha ricevuto apprezzamenti da Roberto Saviano che, rimanendo estasiato davanti alla semplicità di come sia stata descritta una realtà spesso diffusa nel passato, in un post su facebook ha invitato il pubblico ad andare a guardarlo. 

domenica 20 ottobre 2019

#6 IL NOME DEL LUOGO

Leuca deriva dal greco (Leukòs) che vuol dire bianco. Si narrava che i nostri antenati avessero attribuito questo nome a questo luogo perché influenzati o dal colore delle abitazioni o dalla schiuma del mare che sbattendo continuamente sulle coste lasciava dietro di sé una scia biancastra. Tuttavia si è scoperto che il nome deriva dalla presenza di numerose rocce bianche perpendicolari sul mare che rendevono riconoscibile la terra alle navi, anche a parecchia distanza dalla costa.

#5 IL MITO

Un’antica leggenda narra che nel tratto di mare che racchiudeva la penisola salentina viveva Leucasia, una sirena dalla pelle bianchissima, dagli occhi azzurri, dalla lunga chioma bionda e con un canto particolarmente armonioso al quale nessuno era mai stato in grado di resistere. Un giorno un giovane pastore messapico, di nome Melisso, arrivò sulla scogliera per far pascolare il suo gregge; mentre suonava il suo flauto si accorse del melodioso canto di Leucasia, la quale notata la bellezza del ragazzo se ne invaghì. Quest’ultima tentò in tutti i modi di sedurre il ragazzo, ma invano, perché Melisso era innamorato della bella Aristula e respinse le “avanches”, non accorgendosi che Leucasia fosse una sirena. La sirena non accettò il rifiuto, si infuriò e attese con pazienza il momento della sua vendetta. Un giorno vide i due giovani amoreggiare lungo la scogliera e ricordandosi del rifiuto di Melisso scatenò una tempesta con le sue due code: i due giovani annegarono e finirono sfracellati sulle due punte opposte della baia. La dea Minerva, che assistì all’intera scena, si impietosì e pietrificò i corpi dei due giovani nelle due punte opposte della baia di Leuca: Aristula sulla punta che da allora si sarebbe chiamata “Punta Ristula”; Melisso sulla punta che da allora si sarebbe chiamata “Punta Meliso”. In questo modo i due giovani, pur non potendosi toccare, poterono eternare il loro amore. Leucasia, distrutta dal rimorso e persa la sua voce, si suicidò pietrificandosi anch’essa negli scogli bianchi di Leuca.



                                              
                      LEUCASIA                                                                                                                    MELISSO


#4 CITAZIONI

La terra del rimorso, di Ernesto De Martino, racconta ed indaga l'origine del fenomeno del tarantismo in tutta la penisola salentina, partendo dal capoluogo Lecce fino ad arrivare alla punta estrema Leuca. Il fenomeno consiste in un'ondata di morsi da ragni chiamati tarante che avevano effetti fisici e psicologici sulle persone: svenimenti, tremori, irrigidimenti di arti, malinconia, pazzia.

CITAZIONE 1
Ernesto De Martino, "La terra del rimorso", pag. 127

 CITAZIONE 2
Ernesto De Martino, "La terra del rimorso", pag. 296